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domenica 22 luglio 2012

Per Eva.


Una costola?
Avrei dato la colonna vertebrale
solo per essere degno della tua presenza.

Sei il capolavoro della mia immaginazione
dipinto sul leggero telo del vento.

Col tempo sei diventata il mio unico pensiero, il mio terzo occhio,
l'altro piede che solo io so di possedere.

Rumorosa ti muovi tra le righe di questa eterna esistenza
influenzando tutto quello che ti guarda.
Provocando ogni mia cellula, ogni mio umido fluido.

Rimango sempre perplesso quando mi sorprendo la notte a contarti i capelli,
non ho colpe, sono solo il prigioniero della creatura più bella
un uomo pazzo il cui unico pensiero sembra essere l'azione più sgradevole.

In quale terribile incubo siamo finiti?
Siamo imprigionati nel idealismo di un lunatico bambino,
che seduto sul sole, dà sfogo alle sue perverse fantasie.

La tortura, per essere dolce,
ci viene somministrata per via endovenosa con un ago di argento
sotto la luna che indifferente sospira.

Io non posso più resistere all'innominabile tentazione.
Se amarti vuol dire rinunciare a tutto lo rinunciabile,
allora così sia. Che sia fatta la nostra volontà.

Andiamo via da questo posto!
Domani all'alba, inizierò a scavare una fossa enorme
e poi scaverò e scaverò ancora, fino ad arrivare al ventre di questa terra.

E lì, lontani dagli sguardi indiscreti di rancorose divinità,
potremmo bruciare insieme, consumare noi e tutto attorno a noi,
fino a sciogliere, col più luminoso dei poteri,
l'ultimo atomo di cui è fatto questo sogno.

E nella nostra calda abitazione ci mangeremo a vicenda
notte e giorno, e accoglieremo con i nostri cuori infuocati
tutte le anime di altri gloriosi traditori.

                                                   Aleph

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