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sabato 25 agosto 2012

Ad un amico, ad un Dio.

Eccoci qui, ovunque siamo.
Il vento gonfio di infinite particelle si infrange sulle nostre deboli e bagnate guance.
Un vento artificiale, formato da infinite particelle, che si accostano l'un l'altra, come in un divino mosaico.
Divino mio caro amico, come colui e colei che ci racchiude!
Noi inermi tra lo spazio interdimensionale che ci circonda.
Quanto dovrei essere grande per poter inghiottire l'universo?
Quanto dovrei essere minuscolo per poter scomparire tra le sue innumerevoli e distorte dimensioni?
Siamo in una spugna, una spugna e null'altro.
Dio ha tanta considerazione di noi, quanto io ne ho per gl'esserei che vivono tra un mio quark e l'altro.
E ancora non ti arrendi mio caro e vecchio amico.
Non ti arrendi a ciò che è al di fuori delle nostre conoscenze.

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