Vorrei amarti così tanto da scriverlo su un cavalcavia
Il secchio lordo di pece, gronda gocce di tenebra scura. Noncurante la bevo anche se le pareti del mio stomaco s'asfaltano. Sono peggio di te, sono l'ultimo, il reietto, quello che non vorresti mai i tuoi amici conoscessero. Ma sai che c'è? Meglio, dal fondo del baratro alzare gli occhi al cielo è naturale, obbligato quasi. Anche se non ho corde, mastici e piccozza intreprenderò la scalata. Ma non oggi, o quantomeno non ancora, prima l'oscurità mi dovrà colmare, rendermi schiavo del nero e vinto a questa pozza di catrame torbido. Non posso liberarmi se prima non sono imprigionato. Voglio un paio di catene sonanti a cingere i miei polsi. Allora che saoddisfazione sarà romperle, spiccare il grande salto che porta alla coscienza di se, rendere oro tutta la mole di piombo accumulato. Allora farò ritorno come un astro raggiante. La mia luce sarà abbagliante, non ci sarà paio di rayban che terrà. A quel punto ti schiferò, sembra impossibile ma sarà proprio così. L'esplosione innescata non ha contatti col detonatore, che invece segue i suoi sviluppi con gli occhi che luccicano. Quando mi saranno cresciute le ali le spiegherò per planare sul mondo, bearmi della sua crudeltà e gioire nella sua rinascita. Purtroppo non c'è fine all'austerità, solo alle fiamme più pure permetterò di incendiarmi. Romperò il guscio. Troverò la strada. Avrò cura di una scintilla. Il fragore della cascata sarà la mia musica, dardi di buio s'insinueranno nel mio petto. Nel sonno il rantolo sreciderà i miei fili. Quando sarò tutto questo arderò fino a consumarmi. E sarò entusiasta di farlo. Raggiunta l'antica determinazione ogni assassino sarà quello giusto. Non avrò a dispiacermene, non starò aggrappato come un forsennato alla vita. Essa sarà in me e la sperimenterò più di chiunque altro. ma non ne sarò schiavo. Mai più. Ma la proiezione finisce prima o poi.
Ed ora?
Cosa ho se non il fondo del pozzo?
Lungi dall'alba C'è il terrore Star rintanato nel loculo mi calza pefrettamente La freccia dello sguardo s'infrange nel legno Meglio il freddo tremito Che la stuola dell'amante P..
In questo mare dominato dallo stallo umano ed artistico, dal nichilismo ideologico, dove la crisi economica nasconde quella esistenziale, ci troviamo a boccheggiare cercando i(n)spirazione. L'espressione è l'ossigeno di una soggettività che si libera dai vincoli ed in fuga dal nulla. I GeniEgoisti sono la spontaneità del pensiero indipendente, il dinamismo che insegue la trascendenza, la critica che si fa evolutiva... Continua
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