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mercoledì 9 gennaio 2013

Il Principe Dell' Insonnia (Parole Di Musica a.K.a. Emozioni Fatte a Note)

E' una questione di smarrimento.
Si perde una funzione elementare.
Resto frastornato dall'ora tarda, a fissare le piaghe che attraversano lenzuola e coperte.
Come autostrade appoggiate in un regno che,
noi giganti della materia non riusciamo neanche a scorgere.
Sarei un ottimo Dormiente.
Me lo ripeto di continuo.
E forse più lo ripeto e più sarà così in un futuro contiguo.
Ne ho provate di soluzioni.
Potrei riempirmi la vasca da bagno con tutte le pillole e capsule che ho ingurgitato.
Ma la situazione non accenna a migliorare.
Immaginate il vostro respiro. Percepitelo a fondo...

Accompagnate dolcemente ogni inspirazione ed espirazione.
Si scorge, tra un'apertura e l' altra, che tutto ciò è al di fuori delle nostre scelte.
Così per il mangiare, il bere e il defecare.
Ma il Sonno.
Bè il Sonno è tutta un'altra storia.
Non so da quanto non riesco a lasciarmi andare.
Rilassare ogni fibra muscolare, far tacere il mio pensatoio.
Ogni santa volta che appoggio la mia spina dorsale su di un materasso,
mi sento vigoroso e attivo e voglioso, di vedere al di la della tenebre,
un gufo cacciatore nella selva oscura.
Sii topo, e odiami a fondo mentre scappi via da me.
Sii doppietta, e dai fuoco e piombo alle mie ali.
Che io farò altrettanto.
Non c'è verso, non c'è speranza.
Forse non ce n'è mai stata?
Non ricordo i miei sogni d'infanzia, ma tutto quello che c'è nella mia memoria,
è impregnato di immagini violente, da vampate asfissianti tetre e grigie,
non so cosa sognano i bambini,
ma io non ho mai sognato ciò che sognano gl' altri.
E una persona non dovrebbe sognare ciò che sogno io.
Non dovrebbe pensare ciò che penso io.
Non dovrei esserlo, ma sono sempre io.
Mi viene da gettarmi.
Da un trampolino, dal finestrino di un aereo,
farei scegliere a terzi la locazione.
Voglio solo piombare dall'alto sulle teste dei miei incubi.
E spezzare il collo di tutte quelle urla e volti maligni.
La notte è il mondo, la mia dimensione.
E l'unica cosa che mi vien da fare è gettarmi.
E' un sentimento opprimente.
Mi affaccio sul balcone, e il silenzio che si muove intorno a me, mi fa sentire solo,
come non sono mai stato, inutile e fuori dal gioco a cui tutti partecipano.
Perché una cosa così naturale, per me dev'esser solo una tortura umana?
Mi risulta più facile amare un pacchetto di gomme, odiare le marmitte.
Parlare con le credenze e i salotti.
Toccare i morti.
Che dormire un sonno come il Sonno comanda.

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