Lettera Di Un Immaturo Cresciuto

Caro amico mio,
ti scrivo a distanza di tutti questi anni,
che trascorsi senza far chiasso
sono capitombolati fin dietro le mie scarpe.
Sai non nutro nei tuoi confronti l'astio che provavo prima.
Le rughe ed il buonsenso tipico della vecchiaia
mi hanno fatto ormai scordare i futili motivi
per il quale giorni addietro io abbia smesso di parlarti.
Di manifestare verso la tua persona,
l'amore e la stima immensa che ho sempre covato
tra le ceneri del nostro legame.

Solo ora,
riesco ad esprimerti i turbamenti che provavo all'epoca.
L'affaticarsi per il denaro,
che troppi amico mio,
davvero troppi possedevano a dispetto nostro.
La lontananza degli affetti,
oh quale terribile crudeltà la solitudine,
per esseri così sociali quali siamo,
continui addii e arrivederci,
le camere vuote che creano eco ai tuoi pensieri,
lo stringere dei denti,
serrarli ad ogni imbrunire stretti stretti,
che il mattino galoppa con il suo sacco di catastrofiche notizie.
Ricordi compagno mio?
Le albe lontane che si infrangevano con lo scuro manto,
e guizzi vermigli sull'increspare marittimo,
quanto coraggio ci urlavamo contro?
Innamorandoci a tutto spiano,
di tutto quel che si parava davanti.
Fratello,
il mio padre era il tuo,
come quanto è stato il mio.
E cercar di capirlo era sempre stata mia intenzione.
Delle sue scelte sempre così distanti dalla mia strada,
sempre così al di la del ciglio battuto.
I padri che bevon troppo forse lasciano prima la terra dei vivi?
Non ricordo più neanche il suo viso,
ed ora a poco a poco, sto scordando anche il tuo.
I nostri futuri,
così come quel che avevamo vissuto,
erano stati il frutto di tanti sforzi,
sempre maggiormente accumulati,
che ti portano in alto certo,
sulla cima della montagna della vita,
ma lasciandoti così affaticato,
così solo e malinconico,
che quasi vorresti segarti le gambe sino dal grembo.
Ti lascio questa lettera mio caro ed eterno amico,
questa perchè non ho altro.
E la amo perchè così è che trasmetto l'amore per te.
Arrivando alla conclusione,
della pagina,
della vita.
Fino al cominciar di nuovo.