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sabato 23 giugno 2012

Aspetto...


La notte è fredda come una qualunque notte di febbraio, e io sto qua che aspetto malato.
Malato di amara nostalgia, malato dentro e fuori di me.
Malato per me e per te.
La sigaretta accesa si consuma velocemente tra le mie ditta.
Curioso notare come il tempo mangia se stesso.
Faccio un respiro profondo e il gelo della notte irrompe nei polmoni, bruciandoli.
Sono io che vivo la vita o e la vita che vive me? No lo so.
E' così difficile trovare una risposta, sopratutto quando combatti la battaglia contro il nemico numero uno; la "monotonia". Una battaglia che sai già di aver perso, anche prima di iniziare.

Continuo a fissare il nulla davanti a me. Niente mi può fermare dall'arrendermi al pensiero disperato. Niente e nessuno può distaccarmi dallo stato neutro nel quale mi trovo.
Limbo perduto, riservato solo a coloro di sensibile spirito.

Bevo un sorso di whiskey, i vecchi vizi soddisfano il corpo, ma il resto rimane fuori. Chi ci pensa a tutto il resto? La risposta sembra arrivare dal buio che mi circonda.
"Nessuno", sospira il vento.
Che maledetta droga è questo clima! Preferirei essere fatto fuori subito, un solo colpo di pistola diretto all'organo pensante. Ma invece mi ritrovo qui a pensare, a riaprire le vecchie ferite tutte di un colpo, tutte di un profondo freddo respiro.
Ma cosa dovrei fare? Questa tristezza liquida mi si rovescia nelle venne, invade ogni parte del mio corpo, ormai fa parte di me.
Centinaia di pensieri invadono la mia testa. Un flusso incessante di ricordi mi piove addosso, ma dalla laguna che si forma intorno a me, emerge sempre trionfante la grande domanda che violenta le mie notti insonne. "Perché?" Me lo domando sempre. Il perché di questo tutto mi ha sempre affascinato e terrorizzato con la stessa intensità.
Non penso di essere un semplice fenomeno estetico, sarebbe troppo facile. Mi piace pensare che sono qualcosa di più complesso, di più misterioso. Misterioso come il buio che oggi mi avvolge.
A volte mi piace pensare che siamo tutti dei puntini brillanti dentro l'oscurità più assoluta.
Come una candela accesa in un mare di caos oscuro.
La soluzione a tutto ciò?
Mi angoscio pensando che non c'è soluzione. Lo stesso pensiero contiene in se la domanda e la risposta, una soluzione fatta a cerchio.
Domani torno alla mia vita e faccio finta che non sia successo niente. Ma in realtà non è successo niente, forse è questo il vero problema.


                                                                                                                          Aleph

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