
La
notte è fredda come una qualunque notte di febbraio, e io sto qua
che aspetto malato.
Malato
di amara nostalgia, malato dentro e fuori di me.
Malato
per me e per te.
La
sigaretta accesa si consuma velocemente tra le mie ditta.
Curioso
notare come il tempo mangia se stesso.
Faccio
un respiro profondo e il gelo della notte irrompe nei polmoni, bruciandoli.
Sono
io che vivo la vita o e la vita che vive me? No lo so.
E' così difficile trovare una risposta, sopratutto quando combatti la battaglia contro il nemico numero uno; la "monotonia". Una battaglia che sai già di aver
perso, anche prima di iniziare.
Continuo a fissare il nulla davanti a me. Niente mi può fermare dall'arrendermi al pensiero disperato. Niente e nessuno può distaccarmi dallo stato neutro nel quale mi trovo.
Limbo
perduto, riservato solo a coloro di sensibile spirito.
Bevo un sorso di whiskey, i vecchi vizi soddisfano il corpo, ma il resto rimane fuori. Chi ci pensa a tutto il resto? La risposta sembra arrivare dal buio che mi circonda.
"Nessuno", sospira il vento.
Che
maledetta droga è questo clima! Preferirei essere fatto fuori
subito, un solo colpo di pistola diretto all'organo pensante. Ma
invece mi ritrovo qui a pensare, a riaprire le vecchie ferite tutte
di un colpo, tutte di un profondo freddo respiro.
Ma
cosa dovrei fare? Questa tristezza liquida mi si rovescia nelle
venne, invade ogni parte del mio corpo, ormai fa parte di me.
Centinaia
di pensieri invadono la mia testa. Un flusso incessante di ricordi mi
piove addosso, ma dalla laguna che si forma intorno a me, emerge
sempre trionfante la grande domanda che violenta le mie notti
insonne. "Perché?" Me lo domando sempre. Il perché di
questo tutto mi ha sempre affascinato e terrorizzato con la stessa
intensità.
Non
penso di essere un semplice fenomeno estetico, sarebbe troppo facile.
Mi piace pensare che sono qualcosa di più complesso, di più
misterioso. Misterioso come il buio che oggi mi avvolge.
A volte
mi piace pensare che siamo tutti dei puntini brillanti dentro
l'oscurità più assoluta.
Come
una candela accesa in un mare di caos oscuro.
La
soluzione a tutto ciò?
Mi
angoscio pensando che non c'è soluzione. Lo stesso pensiero contiene
in se la domanda e la risposta, una soluzione fatta a cerchio.
Domani
torno alla mia vita e faccio finta che non sia successo niente. Ma in
realtà non è successo niente, forse è questo il vero problema.
Aleph
Aleph
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