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sabato 16 giugno 2012

Marzo è un mese strano.

Marzo è un mese strano. A marzo la primavera inizia nei cuori della gente prima ancora di venire davvero. È per questo uno finisce per ammalarsi, perché tanta è la voglia di primavera quanto è facile scoprirsi ai freddi di un inverno che ancora non è finito. Marzo è speranza, la speranza che la luce vinca le tenebre. Oggi quell'inverno si è fatto nebbia, frastuono, urla. Oggi è marzo, è primo marzo. Oggi è il primo marzo 1968. La rabbia esplode senza che alcuna ragione precisa sembri averla provocata e diventa più che altro la voce di mille validissime ragioni. Rimango fermo, non vedo nulla, non trovo i miei compagni, non ci sto davvero capendo un cazzo. La polizia a cavallo tenta di investire gli studenti, il fumo ed i lacrimogeni coprono il cielo.

Mi copro il naso e la bocca con un maglione, respiro a fatica, voglio uscirne, qui sono tutti impazziti. Io non sono come loro, non sono un violento. Sono sempre stato credente, da bambino ero chierichetto, sono cresciuto in oratorio. Per me il mondo iniziava e finiva sotto l'ombra del monte dei cocci, tra il porto fluviale e la Piramide Cestia, in quel quartiere Testaccio che mi aveva cresciuto. Ho sempre odiato la violenza ed odio essere qui. Odio le guardie, odio il rettore che le ha chiamate, odio gli estremisti che non vedono l'ora di tirare mattoni, odio i fascisti, odio tutti, e soprattutto odio il momento in cui ho deciso di venire qui a Valle Giulia. Cammino tentando di evitare di venir colpito. Sento degli spari, ho paura. Il passo si fa più svelto ed un leggero panico comincia a farmi formicolare lo stomaco, continuo a non vedere nulla. Sebbene le grida mi stiano assordando, ne sento una ancora più forte, è una ragazza, e non è lontana da me. Mi giro verso di lei, è a terra con la faccia insanguinata. Un poliziotto, uno di quelli del reparto celere, con la muta militare e il manganello di ferro, è in piedi davanti a lei. La prende a calci. Le urla puttana, puttana comunista. La sta ammazzando, ancora un paio di quei calci e questa ci rimane.

Non sono mai stato un violento. Sono credente ed odio ogni forma di violenza. Credo nella pace, nella fratellanza, nella solidarietà. Vorrei che l'umanità raggiungesse uno stato di coscienza superiore ed imparasse a vivere in armonia e sono sicuro che, con l'aiuto della fede e di Nostro Signore Gesù Cristo, comincerà a farlo. Possiamo realizzare un mondo del genere ed il primo passo potrebbe proprio essere quello di impedire a quel fottuto sbirro di prendere a calci una ragazza inerme. La pace, la fratellanza, la liberazione dal male. Questi pensieri mi hanno tenuto occupato, giusto il tempo di realizzare che avevo appena estratto un sampietrino dalla strada e lo avevo scaraventato a campanile contro lo sbirro. L'ho centrato in pieno cranio e quello è svenuto, rovinando a terra come un sacco di patate.

Ora sto correndo, corro più veloce che posso, corro via da quella nebbia. A marzo la primavera inizia nei cuori della gente prima ancora di venire davvero. E se vuoi evitare di ammalarti il punto non è tanto restare coperto, quanto capire che la tua voglia di primavera non si soddisfa facendo finta che la primavera sia già arrivata, perché la primavera, non è vero che arriva da sola. La primavera te la devi andare a cercare, devi lottare per averla. La primavera te la devi conquistare. Marzo è un mese strano.

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