
Non trovo quadrature giuste nella tua spontaneità, lasciami
la mano e ti farò vedere la vicinanza che riesco a raggiungere da una
lontanissima distanza.
Lo sguardo che si leva al tramonto, coglie l’ineclissabile
vicinanza del tempo e orienta in maniera opposta la rivalsa ventura.
Chi tace la parola spesso muove oltre la prima porta dove
parlare è superfluo ma vedere è fondamentale. Nel profondo abisso della
riservatezza piango lacrime dense di
melassa bruna.
Ultimamente faccio spesso surf tra le rughe che si formano
sulla fronte quando aggrotti le sopracciglia. Spero di non trovare pensieri
gelatinosi arenati sulla spiaggia.
Ho tessuto una rete d’emozioni e aspettative e te l’ho
gettata addosso. Non credo che ne sarai dispiaciuta. Attenta però agli obblighi
uncinati che ci sono tra i nodi.
Mi sono venuti i calli sui piedi a forza di correre sul filo
del rasoio. Che me lo regali ‘sto paio di infradito?
In passato allungando le braccia ho sempre stretto un
cuscino di mancanze. Allora divide et impera che avrai quello che vuoi anche se
sarai costretto a fingere di non volerlo.
L’acqua che ristagna nel lavandino si increspa quando la
fisso. Credo mi che odi
Smanio in attesa che la birra tolga i coperchi ai nostri
secchi
Cirrosi non te temo
Adoro i disastri light.
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