La grande scimmia urla tutto il suo disappunto e agita frenetica le sue otto braccia ricoperte di pelo bianco.
Dall'alto del suo fragile rettangolo pasce il gregge dei sogni e annoda la foresta di ricci ribelli.
I pappagalli variopinti cinguettano sempre, tranne ora però che schiantano, rodono e affilano i loro becchi cerosi su ossa consumate dal vento.
L'abbraccio delle piume conviene sino al momento degli artigli rugosi.
Suoni di pagine voltate e percussioni toraciche cullano la luna gialla appena inzuppata nelle nuvole.
Nell'ultimo schiocco vi sono interpersi i coloro di mille bandiere, che poi in realtà sono sciarpe, ma non fa niente.
Ci sono un milione di fili da seguire per raggiungere altrettanti nodi ingarbugliati, ma quando l'urlo della tromba si propaga tutto passa in secondo piano.
Tra quaranta giorni l'elicottero blu atterrerà sulla spalla sollevando pieghe e creste di stoffa.
I cappelli lanciati in aria rimangono inchiodati al muro.
La caravella incantata veleggia verso il subconscio orientale.
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