Si raccolgono miriadi di stelle riflesse
Mi basterà un ruggito per coglierle come fossero frutti quasi maturi
E con le mani lorde di crepitante cosmo
Plasmerò la tua effige su tutte le bianche superfici che mi riuscirà di raggiungere
Allora farai di me un acclamato dispensatore di leggerezza
Capace di trasfigurar il presente, in grado di mutare espressioni e sguardi
Sarà una gioia perdermi nella giostra danzante
E bearmi dell'ammalianti note che turbinano tutt'attorno
Ma come tutti i sogni anche questo andrà incontro al suo totalitario risveglio
Riaprendo gli occhi nel fitto buio sarà lampante la mia mancanza
Il dispensare incondizionato rode invece che colmare
Il fragore roboante del mio vuoto sarà un richiamo palpitante ai brulicanti contesi
Le essenze dei più titilleranno come dispositivi elettronici impazziti
Il sapermi fuori dall'uscio a consumar le distanze li spingerà al riparo
Ma non ci sarà salvezza questa volta
Vengo a reclamare i brandelli del mio spirito esposti su palchi e manifesti
Mi ricucirò come un drappo, apprendendo punto dopo punto quanto abbia rischiato il totale disfacimento
Poco a poco tornerò nuovamente integro
Volgerò lo sguardo al cielo sterminato ed ondeggerò al caritatevole vento
Intonerò il canto più radioso che conosco
Mi crogiolerò nella mia ritrovata redenzione, ma non troppo, giusto quel tanto che basta per tornare all'antico smalto
Chiuderò infine gli occhi e mi immergerò nell'accogliente oblio
Per osservare ancora le tue forme ed ascoltare il tuo sussurro sommesso
Nonostante ti conosca a menadito sarà tutto nuovo questa volta
Poichè per purificarmi mi son dovuto prima compromettere
E sarò in grado di farmi avvolgere infine
E di accettare la sagoma brillante che mi verrà tatuata nel profondo
Sarà un piacere abbandonarmi, lasciarmi andare mentre i tuoi occhi lentamente si dischiudono
In un turbine di rinnovata creazione, danzeremo incantati su un lembo di luce
Che fende le tenebre, che squarcia i pensieri
Con l'anime annodate ci sarà spazio per un solo fondamento:
Esisti
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