Il vortice della dimenticanza ha sollevato ancora una volta la spuma dell'insonnia
Danzo a piedi nudi su pietre levigate. Un flauto traverso di ghiaccio annoda i pinnacoli della mia anima alle note dorate.
La franchigia per la totale comunione musicale la pago volentieri. Poserò con cura il cervello sul piatto argentato della bilancia degli dei. I miei nervi impazziti strepiteranno e urleranno di gioia ad ogni soffio.
Sarà una festa di sinapsi arrossate. La fisiologia del mio organismo progredirà a ritmo di colpi di grancassa.
Ileo accaldato. Immagine capovolta. Squilli di trombe e pappagalli perspicaci. Tutto questo m'aspetta oltre il grande rettangolo luminoso.
C'è freddo e paura sulla cascata cristallina. L'edera che avvolge le mie ossa mi spinge attimo dopo attimo verso le porte di marmo dell'isteria.
Anni di convulsioni lanugginose mi hanno donato la prudenza ancestrale. Il sussulto che avverto nella trachea è araldo di un'emarginata discesa.
Tra i soli bruciati dall'invidia c'è un uovo di etanolo che si schiude. Ne esce una lucertola verdognola e rugosa che mi scruta torva e mi dice: - Cos'hai da guardare, bestia? -
Deglutisco.
0 comentarios:
Posta un commento